Maclura Pomifera
Maclura Pomifera
Il frutto della Maclura Pomifera è strano e affascinante - in realtà non è esattamente un "frutto" ma più propriamente una "infruttescenza" derivata dalla trasformazione di un'intera infiorescenza.
NON ha uso alimentare ma pare fosse usato un tempo per profumare la biancheria e alontanare i ragni.
Il tronco è irregolare e tormentato, la corteccia contiene tannino ed è bruna e disseminata di dure e acuminatissime spine. Dalle radici si estrae un eccellente pigmento giallo detto morina.
Il legno è pesante, particolarmente duro e resistente agli attrezzi da taglio, al tempo e alle intemperie.
La Maclura Pomifera è originaria del Nord America (parte centrale degli Stati Uniti) dove viene chiamata Osage orange (arancia degli Osagi), dal nome della tribù di nativi che risiedeva nella zona di crescita di questo albero.
Nel 1818 venne introdotta in Europa e nel 1827 in Italia, dove ebbe una certa diffusione soprattutto nel Lazio e in Toscana dov'è chiamata "Legno d'arco".
Il legno, durissimo ed elastico, ma dal gradevole colore ocra e dotato di bellissime venature più scure, può essere utilizzato per creazioni artigianali pregiate o per la realizzazione di attrezzi durevoli. Utilizzato in quantità anche per traversine per le ferrovie, palificazioni in zone umide, etc.
In Nord America maclura era utilizzata dai nativi, in particolare Osagi (ma anche Comanche e Kiowa) per la costruzione di archi (in Europa il legno prediletto per gli archi era il Tasso). I primi coloni francesi chiamarono questa pianta "bodarc", ovvero la contrazione di "bois d'arc".
In Italia, a partire da metà Ottocento, in seguito alla comparsa di una grave forma di infezione che colpiva le radici dei gelsi bianchi utilizzati in bachicoltura, si tentò di utilizzarne le foglie nell'alimentazione del baco da seta, ma con poco successo, vista la scarsità di nutrienti rispetto alla foglia del gelso. Oggi è utilizzata come pianta ornamentale e per realizzare siepi invalicabili. Raggiungendo dimensioni ragguardevoli come esemplare isolato, l'albero adulto perde in gran parte la spinosità.